sabato 25 aprile 2009

Dietro la corteccia dentro l'albero: monologhi dell'anima all'anima

PREMESSA


Questa raccolta di monologhi, che si apre e conclude con una poesia dell’anima, si prefigge il compito di stimolare il lettore suscitando in esso una serie di immagini e sensazioni interconnesse che possono svelare aspetti di noi stessi che ancora non conosciamo.

N.B. Quelle che seguiranno non sono esclusivamente riflessioni personali ma anche pensieri derivanti da altri, tutti però analizzati secondo il mio punto di vista.


POESIA DELL’ANIMA PREMONOLOGO


Sputtanami/ Bastonami picchiami maltrattami/ A te distruttore di anime/ Dono tutta la mia/ Rabbia/ Tutto il mio/ Dolore./ Spero tu possa contorcerti/ Nelle angosce più tremende/ Così a/ Bruciare saremo in/ Due.// Sputtanami/ Come tu sai fare/ E sulla/ Croce/ Rendimi eguale a dio/ Perché nelle nevrosi di ogni vita/ Si cela il mistero della/ Creazione.// Non parlo di chi Lo/ Tentò nel deserto/ Ma dell’uomo/ Che l’anima pugnala.// Angeli o Demoni/ Non importa.// Se non ci sarò io/ Ci sarà il mio godimento/ Quando piangendo/ E facendo mea culpa/ Morrai.


MONOLOGO 1°


Due centimetri a destra, due a sinistra ed uno e mezzo dalla bottiglia. Su come al solito, dai fallo! NO, NON POSSO! NON VOGLIO! Come non vuoi?! L’hai sempre fatto, senza discutere…ed ora come ti salta in mente di distruggere questa tradizione, questo rito! NO, NON POSSO, NON VOGLIO. QUESTA È UNA COSA STUPIDA, UNA INSENSATA NEVROSI. SI! UNA NEVROSI! Cosa? Cosa dici? E se dietro questo gesto si celassero le sorti della tua famiglia? MA COSA DICI, QUESTO È ASSURDO! COME PUÒ LA MIA FAMIGLIA DIPENDERE DA CIÒ? E POI LO SAPREI! Lo sapresti? Ne sei sicuro? E se tu non lo sapessi e una volta non compiuto il gesto la tua famiglia ne risentisse? Come ti sentiresti?...Su da bravo: Due centimetri a destra, due a sinistra ed uno e mezzo dalla bottiglia! SI! SI,HAI RAGIONE! COSA POSSO SAPERNE IO?! SI, SI POSSO! SI VOGLIO!

venerdì 24 aprile 2009

Il Lettore

Autore: E allora, leggete, dunque!
Lettore: Leggete? Leggete cosa?
A: Ma il libro!
L: Quale libro?
A: Quello che avete in mano!
L: E come fate a sapere che ho in mano un libro?
A: Come faccio? Ma sono io l’autore, anzi, l’Autore!
L: Voi?
A: Io, sì.
L: E cosa volete dunque da me?
A: Che continuiate a leggere.
L: Questo libro?
A: Vedete che piano, piano, ci arrivate? Dio, che lettori mi toccano…
L: Che volete dire, cominciate ad offendere?
A: Offendere? No, ci mancherebbe, scusate! Un Autore si lamenta sempre un po’ dei suoi lettori e poi voi, sapete..
L: Io?
A: Voi non leggete, accidenti. E io che ci sto a fare allora se non leggete?
L: Cominciate ad essere fastidioso: smetterò di leggere.
A: Non potete!
L: Come, non posso?
A: Non potete: vedete, voi siete il Lettore ed un Lettore non può non leggere…
L: Che volete dire?
A: Riflettete, dunque! Siete un Lettore perché leggete, se smettete di leggere…
L: Uffa, ora smetto di leggere e, anzi, butterò via questo vostro maledetto libro.
A: Ah, ah!!! Non potete farlo!
L: Come, non posso? Guardate!

E smise veramente di leggere, ma non poté fare nient’altro: una volta smesso di leggere cessò anche di esistere.